Prima lettura: Come ti pare, Charlie Brown! di Charles M.Schulz.
Finalmente io e Charlie Brown abbiamo modo di parlare faccia a faccia sul serio. E' il primo fumetto che leggo della serie. Non so esattamente per quale motivo mi sia venuta una strana voglia di avventurarmi nel mondo di Schulz, ma ultimamente mi spuntavano i suoi personaggi sempre davanti agli occhi: su Tumblr vedo spesso delle vignette, leggo e rido. Allora mi è scattata la curiosità. Sembra un umorismo intelligente e persino dolce. Perchè rimanere 'gnurant? Perché non leggere uno dei suoi numeri? Allora io, da brava sprovveduta, mi sono fatta dare in prestito da una mia amica questo qua. Mi arriva in mano, lo giro e rigiro. Hm, bel colore. Copertina carina, così a prima vista. Liscio, liscio liscio. Mi piacciono le copertine lisce. La stessa sera, dopo che Charlie, la mazza ed io ci siamo fissati a lungo, lo prendo gasata e parto a leggere. Una serata proprio piacevole con lui e i suoi amici. Incredibile come ogni personaggio abbia qualcosa di poetico e ironico allo stesso tempo! Charlie, che proprio nel baseball non ce la fa. Ci prova, ci prova e ci prova ma non ce la fa. Con le sue paure, i suoi momenti da sognatore e i divertenti battibecchi con Lucy (assolutamente personaggio preferito!). Poi ci sono le vignette con le riflessioni del caro Snoopy, proprio lì disteso sul tetto. Che momenti adorabili anche quelli! Questo fumetto è adorabile. Tenero, il suo umorismo è intelligente, per niente scontato, ho apprezzato anche le riflessioni fatte ogni tanto dai personaggi. Incredibile quanto mi possa ritrovare in ognuno di loro, anche solo per piccole cose!
Per la serie..ma come ho fatto a rimanere così bellamente ignorante per tutto questo tempo?
Bene, promemoria: leggerne assolutamente degli altri.
Desiderio impossibile: avere il volume completo, perché tanto la mia lista dei desideri non è abbastanza lunga.
Seconda lettura: Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.
Sarebbe stata una goduria come romanzo, poteva esserlo. ..poteva. Hm. Vi è mai capitato di leggere un giallo in un pullman e di ricevere così, senza nessuna richiesta, un graditissimo spoiler? Non uno spoiler qualunque, non uno spoilerino: uno spoilerone. Del tipo..chi è stato l'assassino..? Vi è capitato? Eh? Eh?! Sono calma. u_u Beh, ero lì sul pullman in partenza per Roma (gita scolastica, wa) e mi ero scelta come lettura di compagnia la Christie. Il mio fiuto indagatore - fiuto..- si era risvegliato, ero lì pronta ad accendere i miei sensori per ogni indizio lasciato trapelare..e mi fanno già tutto il lavoro. Ora ditemi perché a me. Ditemelo. Così mi tocca continuare senza il gusto della suspence, però cerco di approfittarne. Ho provato a vedere come Agatha gestiva la situazione, ora che in un certo senso ero dalla sua stessa parte. Mi è sembrato che per tanti attimi avesse dato una speranza al lettore, per poi toglierla di colpo. La fine è stato un colpo di scena persino per me, che mi stavo illudendo che magari lo spoilerante si ricordasse male. Agatha Christie per i suoi gialli usa una "strategia" geniale, però..devo ammettere che non mi piace tanto il suo stile. Forse perché lo trovo troppo classico. Anche se questo non è importante, in fondo non è quello il principale pregio che deve avere un autore di romanzi gialli.
Terza lettura: Incontro d'amore in un paese in guerra di Sepùlveda.
Lettura fatta durante la gita. Perché proprio non posso rimanere senza un libro da leggere. Sì, è un po' compulsivo. Mi fa strano pensare di non avere un libro..in corso. Le pause non sono fatte per me, almeno nel leggere. Per il resto invece sono molto gradite.
Tornando al libro: è una raccolta di racconti uniti dallo stesso tema - meglio, un tema generale che poi si divide in più rametti - e questo mi crea problemi nel dare un giudizio complessivo. Ci sono stati dei racconti che non mi hanno detto niente e altri che ho trovato bellissimi (ho addirittura attaccato in camera Lassù qualcuno aspetta delle gardenie, è di una dolcezza infinita). Molto bello anche Modi di vedere il mare, tormentato quanto il protagonista. Non so, quando leggevo mi veniva voglia di prendere il nostro artista e di guardarlo negli occhi, cercando solo di afferrare il male che aveva e di strapparglielo, come se si potesse. Un tormento che assomiglia ad una malattia. Perché il malessere degli artisti è come una malattia. Cambio di rotta e Una casa a Santiago, altri miei preferiti. Quando non hai un posto dove piangere è davvero inquietante, assurdo. Sono scoppiata a ridere, non sapendo che altro fare! Di certo quando non avrò un posto dove piangere..non andrò da Mamma Antonia. Piuttosto me ne sto a casa col barattolo di gelato. Ai primi posti Segreteria telefonica, quel racconto è la metafora. Attualissimo, inoltre. Mentre lo leggevo, pensavo: ma quanti significati può avere questo raccontino? Quanti?
Quarta lettura: Colazione da Tiffany di Truman Capote.
Uno dei motivi per cui Truman Capote s'interessa tanto alla gente è che rifiuta di farsi annoiare dal prossimo. Se gli capita di parlare con qualcuno che lo annoia a morte, si domanda: «Perché questa persona mi fa sbadigliare? Perché non desta la mia curiosità.»
Capote comincia allora a studiare le caratteristiche dell'interlocutore: i lineamenti, la pettinatura, il modo di parlare ecc. Cerca d'immaginare che cosa la persona noiosa pensi di sé stessa, quali possano essere la sua vita, i suoi gusti e le sue abitudini. Per trovare risposta a questi interrogativi comincia a rivolgerle domande, e ben presto è talmente assorto in quest'indagine che non si annoia più. - Barbara Walters.
L'interessamento per Capote è partito dopo questa citazione. Tipo interessante, ho pensato. Mi sono immaginata la scenetta con Truman annoiato che all'improvviso si ridesta tutto curioso e pieno di domande, e la vittima ignara di fronte che risponde innocentemente e pensa che il suo interlocutore sia davvero interessato. E' buffo! In ogni caso, lessi questa citazione, mi venne un po' la curiosità e poi non successe niente. Parlo al passato remoto perché, facendo due conti, tutto questo è avvenuto quasi un anno fa. Sì, shame on me. Really. Perché non mi sono un po' documentata? In ogni caso, dopo un mesetto guardo il film di Colazione da Tiffany con la Hepburn. Senza aver letto il libro, cosa che già di per sé mi innervosisce. E se poi voglio leggerlo? Ho già le facce dei personaggi stampate nella memoria! Mi da fastidio! Piuttosto leggo prima il libro e poi guardo il film. Mi piace, è curioso, ma Holly mi sta antipatica.
Ora, all'alba di inizio Aprile 2011, leggo il libro. Eeeevvai. Complimenti per il tempismo. Questa è stata la lettura da ritorno a casa, dopo il durante gita. Sono partita già col pensiero che forse mi avrebbe deluso, il film non mi ha fatto impazzire. E' bello, niente da dire, Holly è un personaggio originale, ma ha qualcosa di fastidioso. La Hepburn ci sta che è una meraviglia nel ruolo, eppure l'ho preferita in Vacanze Romane. Sostanzialmente la storia si concentra sul personaggio di Holly, gli altri sembrano quasi solo un pretesto per mandare avanti la storia. Capote scrive bene e ho intenzione di leggere altro di suo, però no..ho confermato le mie aspettative: leggera delusione. Non che io sia una di quelle che se parte già impostata poi è difficile che si scrolli dalla sua posizione, anzi, aspetto solo che il libro mi convinca a cambiare idea, ma questa volta niente da fare.. Credo che Capote abbia le capacità per montare su personaggi davvero originali. Il modo in cui parlano è fuori dal comune, ed io adoro le cose fuori dal comune. Spero di poter rifarmi con altri suoi figlioletti.. con Holly è andata così! One thing: ma la scena dove lei va da Tiffany non c'è nel libro? Eh no eh, così no. E' la scena che da il senso al titolo!
PS: ora la smetterò di parlare l'itanglese.
Quinta lettura: I love shopping di Sophie Kinsella.
Sì, mi sono data al chick-lit. Tanto per leggere qualcosa di leggero. Più che altro l'avevo cominciato in e-book, e poi l'ho mollato per una o due settimane. L'e-book mi è leggermente antipatico - ma anche il libro in questione, eh. E' più faticoso che leggere sulla carta, voglio vedere a piantare gli occhi sullo schermo e scrollare giù. Persino io che sono una schermofila non riesco. Vogliamo davvero comparare la carta al computer?
Questo è un discorso a parte, torniamo a Sophie - la scrittrice di libri da cocktail sulla spiaggia. La signorina Rebecca viene dalla famiglia Kinsella: superficiale, leggermente antipatica, fenomeno da baraccone per suscitare il riso. Più o meno sono tutte così, poi ognuna ha i suoi vizi o difetti che diventano il bersaglio del libro stesso. Primo esempio che mi viene in mente: La regina della casa, donna d'affari di cui mi sfugge il nome, non sa neanche fare un uovo, e da qui parte la storia. I love shopping - meglio Confessions of a Sophaholic, è più creativo - sembra partire con lo stesso input: vizio incredibile su cui far girare attorno le disavventure di Rebecca. Guarda caso l'aspirante partner è un riccone dal fascino enigmatico che, guarda caso, si interessa ad una poverella come la nostra protagonista. Dai, sono un po' impostate le storie della Kinsella. Anche in Lo sai tenere un segreto? è andata così. Ora, ditemi nella vita reale quante probabilità ci sono che il capo dell'azienda in cui lavori - di solito importante - si interessi proprio a te, comune mortale. Per la serie ed è così che divento una lurida riccona pure lei. Una volta okay, ci sta. Poi basta, però. Inverosimile. Oddio, in realtà tutta la storia è inverosimile. Le sue protagoniste si trovano sempre nelle situazioni più assurde e, sempre, la fanno franca. Che razza di culo (perché fortuna non ci sta) hanno queste care ragazze? Datemene un po', che a me serve proprio. Una lettura senza pretese, tanto per staccare un po' da temi impegnati.
PS: ah, mi spiace per Derek Smeath. Sul serio. Qua la vera vittima non è Rebecca, e nemmeno la sua carta di credito: è Derek Smeath.
Sesta lettura: Nessun dove di Neil Gaiman.
Che pozzo di fantasia che è Gaiman. Aspettavo da un po' di cominciare questo libro, questo caro bel libro. Adoro come scrive. Sarebbe interessantissimo conoscerlo. Dopo aver letto Stardust, fra tutti il mio preferito - anche se fa un po' concorrenza a Nessun dove -, Il cimitero senza lapidi e altre storie nere, Coraline e questo, posso solamente citare Il giovane Holden: "Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira." Sarebbe davvero bellissimo averlo come amico, poter telefonarlo quando mi pare. Sì, questo è uno dei casi Holden. Ora mi gira in testa di fare un post su Gaiman a parte, c'è tanto da dire. Ce ne sono ancora così tanti da leggere! A Giugno ho appuntamento con American Gods. ♥ Quando ho preso Nessun dove mi sono innamorata della copertina. Io dico, ma l'avete vista?! E' uno spettacolo! Oddio, in realtà la prima immagine che ho visto quando l'ho preso in mano era quella di due persone che si davano la mano. Poi illuminazione, giro e mi accorgo che - incredibile - era al contrario! Me ne sono accorta dopo, eh. Complimenti a me. La storia vale tutta la copertina, no worries. In realtà Porta è un po' differente nella mia immaginazione rispetto a quella della copertina. Come ho detto su aNobii: "Non so voi, ma io mi immagino Porta con i capelli corti fino alle spalle, un po' spettinati ma dritti e voluminosi. Le braccia magre ed esili, e lei persa in tutti quei vestiti che si porta addosso. I suoi occhi, poi, sono un'invenzione geniale." Ahh, gli occhi! Uno degli elementi preferiti di tutto il libro. Quando leggevo ero sconcertata, anche io nelle mie storie ho dei personaggi con gli occhi sfumati! Wah, Ana e Gaiman: spiriti artisticamente affini. Il personaggio più amato è stato quello del Marchese di Carabas, per cui Vandermar e Croup si sono conquistati il mio odio dopo che l'hanno crocifisso. Ogni personaggio di Gaiman è interessante, assolutamente non scontato. Gli ambienti sono magnifici e avrei voluto sapere di più sul Mercato Fluttuante, era bellissimo aggirarsi insieme a Richard - lo dico anche qui: io ci vedevo Neil ventenne! Ahahah, non so perché - per tutte quelle bancarelle. Poi mi fa sempre ridere Old Bailey che zittisce i suoi corvi: "Fatti i becchi tuoi." Mi è dispiaciuto molto per Anestesia, mi piaceva come personaggio. Nella mia immaginazione aveva un aspetto curioso e carino, la nostra sfortunata Parla-coi-ratti. Naso a punta, capelli biondo cenere, magra magra e con due legni al posto delle gambe, espressione tipica da ratto: gli occhi grandi sempre aperti, attenti e curiosi. Squit squit. Una sola critica: la terza prova di Richard. Mi aspettavo di più, non so. Più azione, qualcosa di più costruito. E' vero, in realtà era una prova psicologica, ma si poteva proseguire sempre sulla stessa linea, non ho detto che doveva essere per forza una prova.."fisica"!
PS da Anobii: mi sa che d'ora in poi mi metterò a parlare coi ratti. <- Troppo rattismo fa male.
Settima lettura: Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams.
Recensione su aNobii (non ammazzatemi):
La vicenda con Guida galattica per gli autostoppisti è lunga. All'inizio sono partita un po' perplessa. Fino a 50 pagine prima della fine mi chiedevo se ero io stupida perché non capivo l'umorismo inglese. Ero lì a chiedermi se invece avessi affrontato tutta la lettura con il mood sbagliato, con la chiave sbagliata. Ero già affranta per la delusione. Poi.. Stranamente, proprio nelle ultime 50 pagine, mi sono divertita invece. I topi doppiogiochisti erano esilaranti (ultimamente si parla spesso di topi nelle mie letture, che il demone celeste voglia convertirmi al rattismo?). E maledizione ai vogon, ma io dico! Tutti 'sti anni di attesa e arrivate voi con la vostra INSULSA strada. u_u Ma chi la vuoleeeeeee!
E visto che ne parliamo, la poesia del comandante faceva davvero morire..dalla riluttanza. D: Che insulto alla poesia, ahah!
Zaphod non ha tutte le rotelle a posto, ma l'avevano capito tutti. Tutte 'ste paranoie sui suoi esami, se uno nasce matto da legare, è normale nella sua normalità. u_u Beato lui che non si ferma a pensare, anzi! Potessero farlo tutti!
E comunque.. non andrò mai più in giro senza un asciugamano, che razza di stoppista sono!
P.S: 42.
PS del PS: dovrei rileggermelo, sono sicura che ora me lo goderei molto di più. E' uno di quei casi in cui dopo qualche giorno ti rendi conto di aver letto proprio un bel libro.
Ottava lettura: Una serie di sfortunati eventi - Un infausto inizio di Lemony Snicket.
Dopo aver contemplato per diverso tempo i volumetti di questa storia molto carina, mi sono decisa e ho preso il primo capitolo in biblioteca. Le copertine di per sé mi piacciono già, sembrano dei quadretti. Non vado pazza per i libri per ragazzi, però Lemony Snicket ha un modo di narrare adorabile. Andrei avanti a leggere la serie solo per sentirlo raccontare. Il conte Olaf - Jim Carrey molto azzeccato per il ruolo - è inquietante. I tre orfani Baudelaire sono interessanti. Mi ricorderò per un po' il dettaglio di Violet che, per riflettere, si lega i capelli. Mi piace tantissimo, ha qualcosa di molto particolare. Il bisogno di libri di Klaus, e le sue notti passate sotto le coperte per cercare di risolvere la brutta situazione in cui si sono cacciati i nostri tre. Sunny Mordicchia, poi, non necessita di parole. Posso votare per lei? Divertente che quando parla Mordicchia - si esprime a lamenti incomprensibili, tipici dell'infante -, Lemony Snicket ci mette sempre la sua interpretazione ("Probabilmente Sunny avrà voluto dire.."). Nel film tratto, che comprende tutti i volumi, è ancora più divertente la reazione del conte Olaf quando gli viene detto che è stata preparata della pasta alla puttanesca. Jim Carrey è un mito! Piccola differenza: la scena finale del film è la scena finale del primo volume. Perché? Hmm, in ogni caso presto leggerò anche gli altri libri. Anche se la tappa ancora prima è..leggere in originale il primo!
Nona lettura: Poesie (1923 - 1976) di Jorge Luis Borges.
Letto in un pomeriggio in biblioteca. Prima lettura di questo scrittore. Anche qui ci va di mezzo la curiosità. Pochi giorni prima tornavo, di nuovo, dalla biblioteca con gli occhi stanchi. Avevo letto parecchio, mi sembra qualcosa come tre ore consecutive. Allora ho detto ad una mia amica: "Se continuo così diventerò cieca, tipo Borges". Qui sono scattati i sensori. Waittate un momento, non ho mai letto niente di Borges! Solo un pezzo l'anno scorso a scuola, tratto dall'Aleph. Ricordo che mi piacque molto. Forse la stessa sera, mentre la curiosità cresceva, avevo letto una poesia, postatami gentilmente da un utente di un gruppo di Facebook. Leggetela, io l'ho amata:
Né l'intima grazia della tua fronte luminosa come una festa
né il favore del tuo corpo, tuttora arcano e tacito e fanciullesco,
né l'alternarsi delle tue vicende in parole o in silenzi
saranno offerta così misteriosa
come rimirare il tuo sonno coinvolto
nella veglia delle mie braccia.
Di nuovo miracolosamente vergine per la virtù assolutoria del sonno,
serena e splendente come fausto ricordo trascelto,
mi offrirai quella sponda della tua vita che tu stessa non possiedi.
Proiettato nella quiete,
scorgerò quella riva estrema del tuo essere
e ti vedrò forse per la prima volta
quale Iddio deve ravvisarti,
annullata la finzione del Tempo,
senza l'amore, senza di me.
E con questa perla aggiungiamo un altro foglietto in camera.
Fra le poesie che ho letto, anche dopo con questa raccolta, la migliore rimane proprio la sopracitata. Ci sono molte figure ricorrenti, ho notato. Il fiume che scorre per segnare il passare del tempo, o anche gli orologi. Nella raccolta c'erano tante, tante poesie. E sapete che ho difficoltà con le raccolte. Però ricordo la mia preferita fra tutte, dove Borges si rivolge alla Luna. Mi sono presa l'Aleph, pensavo di leggerlo a breve. Borges va assolutamente approfondito. Lo sto apprezzando.
Decima lettura: L'età felice di Sigrid Undset.
Questo libro è dolce, dolcissimo. Confesso che quando l'ho preso mi aspettavo che trattasse il tema - descritto dalla trama - in modo molto diverso, però mi è piaciuto comunque. Questa chicca norvegese è un libricino - alto e stretto! Oh che bello! - che parla del duro periodo dopo l'adolescenza, quando veniamo a contatto con le vere difficoltà della realtà (io posso parlare poco a proposito di questo, non ho ancora affrontato l'esperienza 8D). La durezza della realtà e un rapporto d'amore, che inevitabilmente ne risente. Nei sentimenti dei due protagonisti e nella storia che si disegna attorno si sente un po' il clima gelido norvegese, tant'è vero che sembra incollarsi anche agli stessi personaggi. All'inizio la protagonista non mi piaceva, mi sembrava addirittura piuttosto antipatica. Lì a gracchiare con la sua vocina per zittire la sorella. Poi col tempo invece mi è piaciuta, forse coinvolta dalla mini storia d'amore. C'è una riservatezza graziosa in queste pagine.
PS: lode ai libri alti e stretti, sono magnifici!
Undicesima lettura: La bella estate di Cesare Pavese.
Perché sì, non snobbo la letteratura italiana. Ho parlato di autori inglesi, americani, argentini, spagnoli e persino norvegesi (prima autrice norvegese di cui leggo qualcosa in tutta la mia vita! Ma quante volte ti può capitare di dire che hai letto un libro norvegese?), ma non ho ancora parlato dell'Italia. Pavese, Pavese..hmm. Ho letto questa storiella in un pomeriggio, sempre in biblioteca. Durante le vacanze di Pasqua sono stata molto presente lì. u_u E' la prima volta che leggo di Pavese nella veste di narratore, non di poeta. Devo dire che mi piace anche di più! La bella estate è il racconto di un'illusione. Un'illusione che trascina la nostra giovine vergine Ginia. E' la storia di Amelia, personaggio sicuramente interessante. Un viaggio nell'arte della pittura. Un'estate che si porta via molte cose, fra cui un po' di Ginia. Lo stile porge sul piatto una tiepida storia. Sicuramente coinvolgente, sincera nel presentarsi.
PS: quanto è bello il nome Amelia? E' un incanto, delicatissimo.
Dodicesima lettura: Senza sangue di Alessandro Baricco.
Hm, dopo questo posso confermare che io e Baricco abbiamo un problema. Avevo letto Seta un annetto fa. Parere? Mancava qualcosa. La trama non reggeva, sembrava solo un pretesto per metterci dentro un po' di emozioni. Ho chiuso il libro e ho pensato "...e?". Dopo un anno mi decido a leggere qualcos'altro di suo, giusto per avere un parere più ampio su questo autore così in voga. Baricco fallisce con me, sorry. Anche qui breve racconto. Direi migliore di Seta, che mi sembrava molto inconsistente, un ammasso di eventi assieme. Senza sangue è asettico. Il sangue c'è, hai voglia se c'è, ma non ha colore. Una lettura che mi ha lasciata quasi impassibile, se non verso la fine. La fine vale il mio giudizio medio, un 3\5. La fine riscatta tutta la perdita di tempo con questo libro. Inoltre l'impaginazione di questo libro è strana. o_o Che sia colpa dell'edizione, o è voluta? Frasi che vanno a capo e cominciano a metà, spazi bianchi. Qualche errore di battitura. Eh, la BUR! Attenzione! u_u
Tredicesima lettura: L'uomo che guardava passare i treni di Georges Simenon.
L'ho letto, principalmente ispirata dal titolo. L'uomo che guardava passare i treni: hm, poetico. Ne è valsa la pena. E' un giallo (non si potrebbe definire neanche tale, andiamo verso il thriller psicologico) trattato con genialità. Simenon si è riscattato. Avevo letto Il corpo senza testa e proprio mi ha lasciata indifferente. Come caso molto scontato. Simenon è bravo nel trattare i suoi personaggi, nel trattare la loro psicologia. Credo sia il suo punto forte. E' costruito talmente bene che mi veniva voglia di dire: ...waah! Bene, dopo questa datemi una mazzata in testa. Popinga, protagonista e colpevole, è inquietante, ma è inquietante di più l'incalzante proseguire della storia. Ti chiedi quando cavolo lo prenderanno e se mai ci riusciranno. Ho sempre desiderato poter vedere la storia da parte dell'assassino. Ringrazio Simenon per questo libro, allora. Brillante, brillante. Forse sarei stata più drastica verso la fine, l'avrei interrotto prima. Sì, ho il vizio di amare i finali..drastici. Chi l'ha letto forse può capire a cosa mi riferisco, non voglio anticipare nulla. Chi non l'ha letto..lo faccia! Consiglio spassionato, non è tempo andato a male. Povera maman. E povero Kees Popinga, che guardava passare i treni sognando un'altra vita, fuori da quella routine opprimente. Questo personaggio mi ha fatto una pena incredibile.
Quattordicesima e ultima lettura: Il mercante di Venezia di William Shakespeare.
Due settimane fa su Facebook propongono Il mercante di Venezia come lettura. Mi dico: Shakespeare! Perché no? Avevo letto, sempre un annetto fa - tutto successe un annetto fa, la mia vita si concentra in quel punto :D - Sogno di una notte di mezza estate. Non mi era piaciuto. Poi Molto rumore per nulla, che invece è stato divertente. Beatrice e Benedetto, ahah ricordo! Ora leggo Il mercante di Venezia e scattano i massimi voti. Bellissimo. Indimenticabile il monologo di Shylock. Oddio, in realtà Porzia mi sta un po' antipatica. Forse il personaggio preferito è stato Bassanio. Il mercante, Antonio, era fin troppo "martire" per me. Fantastici i continui giochi di parole di William, che razza di genio ha? Si apre in modo un po' malinconico, ma mi ha subito catturato anche per questo. Se l'inizio mi cattura, ha già il 50% di possibilità di essere qualcosa di buono ai miei occhi. La scelta fra l'argento, l'oro e il bronzo è stata una grande trovata, poi. Ci sarebbero un sacco di frasi da segnare, tant'è il loro valore. Sono io o nei testi teatrali di Shakespeare si creano sempre situazioni per cui si finisce in incomprensioni, o divertenti situazioni intricate dove uno degli interlocutori è sempre inconsapevole che l'altro sappia tutto? Beatrice e Benedetto di Molto rumore per nulla sono l'esempio degli equivoci che si vanno sempre a creare nei suoi testi! Mi è venuta voglia di rileggere Molto rumore per nulla, quella commedia merita tantissimo. Mi rendo conto solo adesso che mi ci sono affezionata. *_*
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